Eco-Score tessile in Francia, apripista per la sostenibilità?
Recentemente introdotta oltre alpe, la valutazione ambientale per i capi di abbigliamento anticipa alcune misure che si stanno delineando a livello comunitario, ma che necessitano ancora di un allineamento su obiettivi e metodologie
di Redazione
La Francia ha recentemente introdotto l’Eco-Score, ufficialmente ribattezzato Coût Environnemental (costo ambientale), una sorta di semplificazione ecologica in etichetta, applicata all’abbigliamento e ai tessili. Questa misura, frutto della legge Climat et Résilience del 2021 e dettata dalla Direttiva AGEC sull’economia circolare, ha come obiettivo di rendere immediatamente comprensibile al consumatore l’impatto ambientale del prodotto lungo tutto il suo ciclo di vita. Dopo una consultazione pubblica nel periodo novembre-dicembre 2024 e la validazione della Commissione Europea a maggio 2025, dal 1 ottobre la normativa è entrata nella sua prima fase di attuazione.
Come funziona: metodologia e fasi di implementazione
La metodologia alla base dell’Eco-Score si fonda sui criteri di Analisi del Ciclo di Vita (Life‐Cycle Assessment, LCA) e aggrega ben sedici indicatori ambientali, tra cui emissioni di gas serra, consumo idrico, uso del suolo, impatto sulla biodiversità, energia, risorse fossili, usi di agrochimici e microplastiche. Il punteggio risultante, espresso numericamente, rappresenta il costo ambientale stimato per 100 g di prodotto: punteggi più elevati significano impatti maggiori. Dall’1 ottobre le aziende possono calcolare e comunicare volontariamente il proprio Eco‑Score tramite l’apposita piattaforma Ecobalyse e dal 2026 anche soggetti terzi (come ONG o media) potranno stimare e diffondere i punteggi, potenzialmente applicando valori standard. Dal 2026, dunque, l’etichettatura diverrà di fatto obbligatoria: se i brand non pubblicano il proprio punteggio entro ottobre 2026, qualcuno lo calcolerà al loro posto. Il punteggio ambientale potrà comparire direttamente sul prodotto (etichetta o marcatura), sullo scaffale del negozio, online o sui siti di marchi.
Eco Score e le altre certificazioni ambientali
L’introduzione dell’Eco‑Score non sostituisce le certificazioni già esistenti, ma si affianca a strumenti consolidati come EU Ecolabel, GOTS (Global Organic Textile Standard) e OEKO-TEX®, che garantiscono criteri ambientali e sociali lungo la filiera. La differenza principale? Mentre queste certificazioni attestano il rispetto di standard specifici (ad esempio l’uso di fibre biologiche o l’assenza di sostanze nocive), l’Eco-Score fornisce un punteggio quantitativo basato sull’impatto complessivo del prodotto. In questo modo, il consumatore può confrontare articoli diversi in maniera immediata, mentre le certificazioni continuano a rappresentare un valore aggiunto in termini di credibilità e conformità normativa. Per i brand, integrare entrambe le soluzioni significa rafforzare la trasparenza e la fiducia nei confronti dei consumatori.
Opportunità e impatti per i brand e il consumatore
Per i marchi presenti sul mercato francese, questa rivoluzione normativa rappresenta sia una sfida sia un’opportunità strategica. Da un lato, è richiesto un elevato grado di trasparenza: produttori, fornitori di materie prime, stabilimenti di produzione e logistica dovranno condividere dati precisi su impatti ambientali, energia, trasporti e rifiuti. Dall’altro, l’Eco‑Score premia l’eco‐design, la durabilità del prodotto e l’adozione di pratiche sostenibili, permettendo ai brand più virtuosi di differenziarsi sul mercato e conquistare quote crescenti presso i consumatori attenti all’ambiente.
Se è tuttavia vero che da un lato l’Eco‑Score renderà confrontabili prodotti diversi, dall’altro la sua lettura risulta meno intuitiva rispetto ad esempio alla valutazione del Nutri-Score presente sui prodotti alimentari, che utilizza una scala da A a E accompagnata da una colorazione che va dal verde al rosso (come accade in Italia per i prodotti elettronici con relativa classe energetica). Inoltre, i parametri utilizzati fanno riferimento alla metodologia PEF (Product Environmental Footprint), che favorisce un lasciapassare alle fibre sintetiche, rispetto alle fibre naturali e non tengono conto di alcuni elementi nella valutazione finale, come ad esempio i volumi di produzione. Per il consumatore potenzialemente l’eco-score rappresenta quindi un importante strumento di scelta consapevole, ma è ancora decisamente perfettibile.
E l’Italia come si sta muovendo? Lo scorso ottobre è stata presentato in Senato un disegno di legge (lo stesso che contiene le misure per porre delle limitazioni ai brand di fast-fashion) per l’introduzione dello SNET (Eco Score Tessile Nazionale), che non solo classifica i prodotti in una scala da A a E, ma attiva anche conseguenze legali, commerciali e fiscali per i prodotti con prestazioni scadenti. Ciò renderebbe il nostro Paese tra i primi a collegare direttamente una valutazione ambientale a restrizioni pubblicitarie, alle misure fiscali e all’accesso al mercato.
Nei prossimi mesi, complice anche la forte evoluzione che il settore moda sta attraversando soprattutto a livello europeo e le spinte dei vari governi, assisteremo a profondi cambiamenti che impatteranno la filiera, con ad esempio l’introduzione dell’EPR e lo sviluppo delle funzionalità del Digital Product Passport (ne abbiamo parlato anche qui). La Francia quindi potrebbe essere un terreno di prova iniziale e di ispirazione anche per altri Paesi, nonché un catalizzatore per incentivare best practice nel campo della sostenibilità.
Fonti e approfondimenti
- https://ecobalyse.beta.gouv.fr/
- https://www.greenme.it/lifestyle/moda/eco-score-tessile-la-francia-lancia-una-nuova-etichetta-ambientale-per-i-capi-dabbigliamento/
- https://www.riciclanews.it/ambiente-e-territorio/in-francia-arriva-leco-score-per-i-prodotti-dabbigliamento_40595.html
- https://www.solomodasostenibile.it/2024/10/30/la-pef-mette-fuori-gioco-le-fibre-animali/
- https://it.fairlymade.com/legal-resources/italian-ecoscore-for-textiles-what-the-snet-bill-means-for-fashion-brands-in-europe
- https://solomodasostenibile.substack.com/p/246-sapete-cose-lo-snet-eco-score