64 milioni di bambini chiedono un’istruzione
Secondo l’UNICEF sono oltre 60 milioni i bambini che nel 2024 non hanno accesso alla scuola primaria, più della metà di loro sono bambine. La povertà è l’ostacolo principale, ma allo stesso tempo è la conseguenza stessa dell’impossibilità di riscattarsi socialmente attraverso un’educazione di qualità. Il primo passo è agire per ridurre le diseguaglianze, attraverso politiche mirate e programmi di medio-lungo termine.
di Rebecca Pezzotti
Il 24 gennaio di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale dell’Educazione. Questa giornata è stata proclamata nel 2018 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e rappresenta un’occasione importante per promuovere e riflettere sul ruolo fondamentale giocato dall’educazione nello sviluppo di una società. L’educazione infatti è il mezzo attraverso il quale vengono trasmesse le conoscenze, qualifiche e competenze necessarie per partecipare attivamente alla vita sociale ed economica di un Paese. L’educazione inoltre è uno strumento importante di trasformazione, capace di promuovere la comprensione reciproca, il dialogo e la cooperazione, fondamentali soprattutto in Paesi colpiti da conflitti, povertà e instabilità sociale. Per questo motivo, l’educazione è riconosciuta come un diritto umano fondamentale dall’articolo 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite. Sebbene questo principio dovrebbe essere universalmente garantito, l’accesso all’istruzione non è ancora alla portata di tutti nel mondo. Secondo i dati del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF), ad oggi 64 milioni di bambini non hanno accesso alla scuola primaria. Di questi, più della metà sono bambine[1]. Inoltre, tra i ragazzi sopra i 15 anni, 1 su 7 è analfabeta – con il 63% donne[2]. L’UNICEF infatti stima che 28 milioni di ragazze nel mondo non abbiano la possibilità di accedere alla scuola secondaria di primo grado e 58 milioni non accedano all’istruzione superiore[3].
Gli ostacoli e le sfide a un accesso universale all’istruzione sono molteplici. La povertà è il principale. Nel mondo, molte famiglie non possono permettersi di mandare i figli scuola – con il lavoro dei figli che diventa fondamentale per contribuire alla sopravvivenza della famiglia. L’istruzione dei figli non rappresenta quindi una priorità per le famiglie, specialmente nelle zone rurali. Nelle zone più povere del mondo, anche se accessibile, la bassa qualità dell’insegnamento e di infrastrutture scolastiche adeguate porta molti bambini e ragazzi ad abbandonare il loro percorso scolastico. Un’altra causa dell’abbandono scolastico sono le guerre e i conflitti. In queste aree, andare a scuola diventa molto rischioso e spesso le infrastrutture scolastiche diventano indisponibili per lunghi periodi perché occupate da gruppi armati o utilizzate come rifugio temporaneo per sfollati. In tutti questi contesti, la situazione è ulteriormente aggravata per i gruppi più vulnerabili, come bambine, persone con disabilità e appartenenti a minoranze etniche, in quanto discriminazioni di genere e barriere sociali e culturali impediscono ulteriormente il loro accesso a un’istruzione adeguata. Secondo l’ultimo rapporto Unesco sui progressi dell’educazione nel mondo sono 617 milioni i giovani analfabeti, di cui il 63% è costituito da ragazze e donne[4]. La mancanza d’istruzione contribuisce a perpetuare la povertà, le disuguaglianze e le divisioni sociali, l’intolleranza e la polarizzazione a livello mondiale – influendo negativamente sulla costruzione di un mondo più equo, sostenibile, in pace e giusto.
Per contrastare questo fenomeno, Humana People to People Italia da oltre vent’anni supporta progetti in ambito educativo, promuovendo uno sviluppo sostenibile che si basa sull’inclusione sociale, il rispetto dei diritti umani e la costruzione di una pace duratura attraverso l’istruzione. In Mozambico e Malawi per esempio, Humana sostiene centri che offrono un’istruzione primaria e in alcuni casi anche vitto ed alloggio per bambini di strada o molto vulnerabili all’interno delle comunità che servono. Questo è fondamentale per garantire l’accesso a un’istruzione adeguata anche alle categorie più fragili della popolazione, contribuendo a prevenire l’abbandono scolastico. In India, la nostra organizzazione contribuisce a questo obiettivo attraverso il supporto nel re-inserimento scolastico a studenti di scuola primaria che hanno abbandonato gli studi, attraverso un programma d’apprendimento accelerato dedicato. Negli stessi Paesi, Humana supporta anche scuole magistrali che formano futuri insegnanti su metodi pedagogici innovativi ed inclusivi con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’istruzione offerta. In India, queste attività si aggiungono ad interventi di formazione di insegnanti in servizio per contribuire ulteriormente al raggiungimento di questo obiettivo. Gli interventi in ambito educativo si rivolgono anche alla formazione tecnico-professionale. In Brasile, Mozambico, Malawi ed Ecuador, Humana People to People Italia ha contribuito all’avvio di programmi di formazione tecnico-professionale in diversi settori come agricoltura, artigianato, moda e meccanica mirati a migliorare l’integrazione socio-economica di giovani e donne, spesso in condizioni di vulnerabilità, all’interno delle loro comunità.
E in Italia come sta andando? Secondo l’ultimo rapporto OCSE la dispersione scolastica tra i giovani dai 25 ai 34 anni è del 20%, diminuita di 6 punti percentuali rispetto al 2016, ma comunque più alta rispetto alla media OCSE (14%). Il grado di istruzione dei genitori incide in maniera significativa sul livello di istruzione conseguito dai loro figli: il 69 % degli adulti di età compresa tra i 25 e i 64 anni, di cui almeno un genitore è in possesso di un titolo di studio terziario, ha analogamente conseguito un tale titolo di istruzione; al contrario, nessun titolo di studio secondario di secondo grado è conseguito dal 37 % degli adulti i cui genitori non sono in possesso di un tale titolo di studio[5].
In Italia, Humana mette al centro della sua proposta educativa l’educazione alla cittadinanza globale. Nelle scuole primarie e secondarie, questa proposta promuove consapevolezza e responsabilità verso l’ambiente, lo sviluppo sostenibile e la solidarietà sociale. In tutti questi interventi, Humana promuove anche l’educazione di genere, educando all’inclusione sociale e alla sostenibilità per la realizzazione di una pace duratura a livello globale.
[1] https://www.unicef.it/programmi/istruzione/
[2] https://www.unesco.it/it/news/ecco-i-dati-sulleducazione-globale-2023-secondo-lunesco/#:~:text=Tra%20i%20giovani%20adulti%20sopra,nel%20Rapporto%20UIS%20dell’UNESCO.
[3] https://www.unicef.it/programmi/istruzione/
[4] https://www.unesco.it/it/news/ecco-i-dati-sulleducazione-globale-2023-secondo-lunesco/#:~:text=Tra%20i%20giovani%20adulti%20sopra,nel%20Rapporto%20UIS%20dell’UNESCO.
[5] https://www.oecd.org/content/dam/oecd/it/publications/reports/2024/09/education-at-a-glance-2024-country-notes_532eb29d/italy_1f8f65a5/87573191-it.pdf