La circolarità misurata: innovazione sostenibile tra moda, design e partnership strategiche
L’imperativo della sostenibilità ha profondamente ridefinito le priorità strategiche dei settori manifatturieri più influenti. In contesti di eccellenza come la moda, il lusso e il design in Italia, la transizione verso modelli operativi circolari non è più un’opzione, ma una necessità economica e ambientale.
di Erika Gelatti
L’Ecosistema dell’Innovazione MUSA (Multilayered Urban Sustainability Action), finanziato nell’ambito del PNRR, rappresenta un’iniziativa all’avanguardia finalizzata a organizzare la trasformazione dei sistemi produttivi in chiave sostenibile, integrando ricerca, industria e terzo settore. In questo contesto, la sezione Spoke 5, chiamata “Design”, si dedica in particolare a portare i settori chiave come moda, lusso e design a rispettare i migliori parametri di sostenibilità e uso circolare delle risorse.[1] Tale focalizzazione è strategica, considerando il valore storico e la forte identità territoriale dell’industria lombarda, che vanta circa 40.000 aziende attive in moda e design, con oltre 13.000 concentrate nel distretto di Milano. L’obiettivo primario dello Spoke 5 è di semplificare e accelerare un cambiamento profondo verso nuovi modelli di business che siano intrinsecamente fondati sui principi della sostenibilità e della circolarità. Questa transizione mira a una profonda ibridazione tra gli standard industriali e artigianali consolidati, e le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie digitali e dai materiali innovativi.
L’impegno si articola su tre assi principali lungo la filiera:
- L’adozione di materie prime più sostenibili;
- L’implementazione di processi produttivi più puliti;
- La ridefinizione delle strategie di valorizzazione dei prodotti e dei marchi in un’ottica di intero ciclo di vita.
Verso il consumatore, è prevista un’evoluzione della vendita al dettaglio tradizionale verso una logica multipiattaforma, dunque su più canali, focalizzata sul commercio sostenibile di prodotti nuovi e usati; questo favorirà anche il sostegno e la valorizzazione dell’economia produttiva locale.
Una roadmap concreta verso la circolarità
Per il raggiungimento dei propri ambiziosi obiettivi, lo Spoke 5 ha delineato azioni concrete volte a generare un impatto misurabile sul territorio, tra cui:
- L’assistenza alle imprese nella definizione di una roadmap di sostenibilità attraverso l’uso di strumenti di autovalutazione;
- La promozione attiva della creazione di modelli di business circolari;
- La facilitazione della collaborazione tra imprese della filiera e attori innovativi, come Startup e Piccole Medie Imprese.
Inoltre, lo Spoke fornisce supporto essenziale nei processi di formazione e collocamento di esperti di sostenibilità altamente qualificati, figure cruciali per guidare il cambiamento interno alle organizzazioni. L’impatto atteso di queste iniziative è molteplice e significativo: si mira alla riduzione della delocalizzazione, al rilancio delle
attività fisiche sul territorio e, in modo determinante, al rafforzamento del posizionamento di Milano come polo di riferimento internazionale per la produzione ecosostenibile nei settori moda e design.[2]
Focus sul progetto: da scarto a oggetto di design
In linea con gli obiettivi di MUSA e la necessità di implementare la circolarità, il Progetto pilota “Dalla Moda al Design” (DMAD) costituisce un esempio virtuoso di simbiosi industriale. Nato per affrontare la sfida ambientale della gestione dei rifiuti tessili e degli scarti produttivi non direttamente riutilizzabili o riciclabili – e dunque destinati allo smaltimento – il DMAD mira a trasformare tali scarti in risorse di valore. L’iniziativa stabilisce un ponte sinergico tra l’industria della moda, generatrice di rifiuto, e il settore del design, che lo accoglie come materia prima seconda. L’obiettivo centrale è trovare un uso alternativo e valorizzante per questi scarti, convertendoli in nuovi prodotti di design e arredo. Questo approccio non solo riduce l’impatto ambientale dello smaltimento, ma intercetta la creazione di una nuova catena del valore a zero rifiuti, fondata su una prospettiva circolare e sostenibile. Il progetto dimostra chiaramente come la creatività, unita alla ricerca di soluzioni tecnologiche, possa trasformare un onere ambientale in un’opportunità economica e di innovazione. La conversione di scarti tessili in elementi di design si configura come un atto di upcycling, contribuendo direttamente alla diminuzione della domanda di materiali vergini e rafforzando l’autonomia e la resilienza della filiera produttiva locale.
La misurazione dell’efficacia del DMAD è stata resa possibile da uno studio di Life Cycle Assessment (LCA) condotto dal partner Spin360[3]. L’analisi LCA ha preso in esame l’intero ciclo di vita del prototipo sviluppato dal progetto, il Velaskello (nella foto dell’articolo), uno sgabello destinato a diventare elemento di arredo nei negozi Humana People, catena di store second-hand di Humana People to People Italia. Questo prototipo è stato realizzato con una composizione innovativa che prevede l’uso dell’85% di PLA (Acido Polilattico) e del 15% di fibre tessili recuperati. I risultati hanno convalidato che la creazione di una nuova catena del valore a zero rifiuti è tecnicamente ed economicamente perseguibile, oltre ad aver evidenziato la necessità cruciale di focalizzare gli sforzi di miglioramento sull’efficienza energetica dei processi che seguono la preparazione della materia prima.[4]
Il ruolo strategico delle partnership
Il successo del DMAD ribadisce inoltre un principio fondamentale: l’efficacia della transizione ecologica dipende dalla capacità di instaurare partnership solide e funzionali. La circolarità è, infatti, un paradigma che richiede l’integrazione di attori con competenze diverse: nel caso specifico, hanno collaborato MUSA Spoke 5 come iniziatore e coordinatore; Humana People to People Italia come fornitore strategico del materiale tessile non riciclabile; Casati Flock & Fibers per la polverizzazione delle fibre; e SuperForma per l’esecuzione della stampa 3D del prodotto finale, utilizzando la polvere tessile e il PLA recuperato. Questo modello di collaborazione inter-settoriale, che coinvolge l’accademia, il terzo settore e l’industria specializzata, è riconosciuto come l’unica via per passare efficacemente da un’economia lineare a una circolare.
All’interno di questo scenario di transizione e partnership, il ruolo di Humana People to People Italia è strategicamente cruciale. Humana finanzia progetti di sviluppo globale e azioni sociali in Italia attraverso una gestione trasparente e sostenibile della filiera del tessile post-consumo. L’organizzazione si configura come un gestore di un ciclo di lavorazione integrato che valorizza l’abito usato in ottica circolare, basando la propria attività sul principio della gerarchia dei rifiuti, che antepone il riutilizzo al riciclo. Attraverso la raccolta, la selezione e la vendita di questi capi, Humana genera un triplice impatto: ambientale, diminuendo la quantità di rifiuti e il consumo di acqua; sociale, promuovendo un lavoro etico, l’inclusione e l’equità; ed economico, creando nuovi modelli di business che sanno essere redditizi ma al contempo resilienti. La sostenibilità, in questa prospettiva, è intesa nella sua accezione più completa, abbracciando l’aspetto ambientale, quello sociale e quello economico.
I risultati del DMAD confermano la validità dell’approccio promosso da MUSA Spoke 5: la circolarità nei settori lusso e design è un obiettivo raggiungibile e misurabile attraverso partnership trasparenti e l’integrazione di player competenti e specializzati. Si delinea così un percorso futuro ben definito che si basa sull’incontro di ricerca, produzione, nuove tecnologie e sostegno sociale. L’innovazione circolare è complessa e richiede l’aggregazione di competenze diverse: la ricerca scientifica delle Università, il know-how industriale delle
[1] https://r4milanoecosystem.it/wp-content/uploads/2025/09/250707_ONE-PAGE-REPORT_dalla-moda-al-design.pdf
[2] Dalla Moda al Design, “One-pager LCA Report”, https://r4milanoecosystem.it/wp-content/uploads/2025/09/250707_ONE-PAGE-REPORT_dalla-moda-al-design.pdf
[3] MUSA, “Moda lusso e design sostenibili”, MUSA Design, https://musascarl.it/musa-design/
[4] MUSA, “R4MILANOECOSYSTEM: nasce la nuova piattaforma per la moda e il design sostenibile”, https://musascarl.it/r4milanoecosystem/