Costruire partnership solide per una CSR efficace: perché è cruciale in ottica ESG
Al di là degli slogan e delle buone intenzioni, oggi la Corporate Social Responsibility è chiamata a essere concreta, misurabile e integrata nella strategia delle imprese. Uno degli strumenti più efficaci per rendere tutto questo possibile è la costruzione di partnership solide e durature, in linea con i criteri ESG.
di Erika Gelatti
Con l’acronimo CSR si intende l’impegno volontario delle aziende a comportarsi in modo etico e a contribuire al benessere della società e dell’ambiente. Non si tratta solo di donazioni o progetti occasionali, ma di una visione più ampia del ruolo dell’impresa nel mondo. Fare CSR oggi significa molto di più di “fare beneficenza” o avviare qualche iniziativa simbolica per migliorare l’immagine dell’azienda; essa è diventata una componente chiave del modo in cui un’impresa opera e si relaziona con l’esterno. Inoltre, fare CSR implica anche l’agire in modo etico, per ridurre al minimo l’impatto ambientale generato dalle proprie azioni e contribuire al benessere delle comunità locali, facendosi promotori di valori quali inclusione, diversità e pari opportunità.[1]
L’unità di misura per valutare il grado di sostenibilità e responsabilità di un’azienda è rappresentata dai criteri ESG (dell’importanza di adottare un approccio ESG ne abbiamo parlato anche in occasione dell’intervista a Francesca Romana Rinaldi). In particolare, la componente ambientale (E) valuta l’impatto ecologico: emissioni, consumo di risorse, energia rinnovabile, economia circolare. La dimensione sociale (S) riguarda le persone: diritti umani, relazioni con le comunità, benessere dei dipendenti, sicurezza, inclusione. Infine, l’aspetto di governance (G) si riferisce a trasparenza, etica aziendale, leadership responsabile, gestione dei rischi. Le partnership di CSR ben strutturate contribuiscono direttamente a generare risultati positivi in tutti e tre gli ambiti, rafforzando anche la reputazione ESG dell’azienda sul mercato.[2] Oltre all’impatto sociale e ambientale, le partnership CSR ben costruite generano infatti vantaggi tangibili anche per il business. Le aziende che vi investono ottengono benefici economici indiretti: migliorano la loro reputazione, si posizionano come maggiormente competitive, attraggono talenti, fidelizzano i clienti e riducono rischi legali o reputazionali. Inoltre, oggi sempre più investitori valutano le imprese anche in base ai loro rating ESG:[3] i rating ESG hanno l’obiettivo di valutare la sostenibilità di strumenti finanziari o indici, aiutando a individuare rischi e opportunità in base a criteri ambientali, sociali e di governance. Un’azienda con un buon rating ESG è percepita come meno rischiosa e più redditizia, il che la rende più attraente agli occhi dei suoi investitori. Anche le autorità regolatorie e la Commissione Europea promuovono un approccio strategico alla sostenibilità, per ottimizzare la gestione dei rischi, ridurre i costi, rafforzare le relazioni con gli stakeholder e favorire l’innovazione.[4]
Nessuna impresa, per quanto grande e strutturata che sia, può affrontare da sola le enormi sfide della sostenibilità; i problemi legati all’ambiente, alla coesione sociale o al benessere collettivo richiedono risposte condivise e coordinate. Ed è qui che si inserisce il valore cruciale delle partnership: costruire alleanze strategiche con partner esterni – come ONG, enti pubblici, fondazioni, scuole, cooperative, start-up sociali – è diventato fondamentale. Una partnership solida permette infatti di unire risorse e competenze per massimizzare l’impatto delle iniziative, e garantisce una durevolezza nel tempo e un’efficacia maggiore dei progetti in termini di coinvolgimento delle comunità locali. Ma costruire una partnership efficace richiede tempo e cura, non basta firmare un accordo: bisogna creare un rapporto basato su fiducia, obiettivi comuni e benefici reciproci. Relazioni durature e capaci di generare cambiamento portano vantaggi a tutti: le aziende ottengono un valore reputazionale e dimostrano coerenza con i propri valori; i partner sociali possono contare su un sostegno stabile per i loro progetti; i territori coinvolti beneficiano di iniziative continue, che non si esauriscono in eventi una tantum.[5]
L’aspetto più importante di una buona iniziativa CSR in chiave ESG è la misurazione dell’impatto. In altre parole: cosa è stato effettivamente ottenuto? Quali benefici sono stati generati sull’ambiente? Chi ne beneficerà? È qui che entrano in gioco i cosiddetti KPI (Key Performance Indicators), cioè gli indicatori chiave di performance. I KPI possono essere di tipo:
- quantitativo (es. riduzione emissioni CO₂, numero di beneficiari coinvolti, ore di formazione, donazioni effettuate);
- qualitativo (es. miglioramento della percezione di un brand, grado di soddisfazione degli stakeholder, impatto sulla comunità locale).
Monitorare questi aspetti e utilizzare KPI semplici, comprensibili e coerenti con gli obiettivi del progetto è fondamentale per garantire trasparenza, tracciabilità e possibilità di miglioramento.[6]
Humana People to People Italia costituisce un esempio virtuoso di realtà in grado di fare della sostenibilità un suo caposaldo. Il team CSR svolge un ruolo cruciale nel promuovere una cultura della responsabilità sociale e ambientale, coinvolgendo attivamente i propri stakeholder attraverso azioni concrete, coerenti con i principi ESG. Il suo impegno costante si concentra sull’importanza fondamentale di trasmettere consapevolezza tra aziende partner, cittadini, enti pubblici e dipendenti; lo fa attraverso progetti educativi e campagne di comunicazione, attività di formazione come webinar o workshop, e il coinvolgimento diretto delle aziende in una co-progettazione di iniziative a impatto sociale e ambientale che ne permettono il rafforzamento della responsabilità sociale d’impresa. Concretamente, Humana mette in campo campagne take-back strutturate per brand moda, percorsi di volontariato aziendale in più fasi, attivazione per il sostegno economico a progetti sociali e ambientali di medio-lungo termine. Nel fare ciò, il team applica un approccio concreto, facendo dei tre pilastri ESG un punto di riferimento strategico. Il primo criterio, Environmental, si concretizza attraverso la promozione del riutilizzo e riciclo dei vestiti usati, contribuendo a ridurre le emissioni di CO₂ e l’impatto ambientale dell’industria tessile; il secondo, Social, si realizza nel finanziamento di progetti legati all’agricoltura, alla salute, all’educazione nei Paesi del Sud del mondo e in Italia, con particolare attenzione all’empowerment delle comunità locali; infine, il terzo criterio della Governance viene garantito dalla trasparenza nella gestione delle partnership e nei processi decisionali, con monitoraggio continuo degli impatti generati.
In una logica di impact measurement e per rendere tangibile il valore generato, il team CSR di Humana utilizza KPI specifici, quali ad esempio:
- chili di CO₂ equivalente non emessa nell’ambiente e litri di acqua risparmiati grazie al riuso degli indumenti;
- numero di abiti raccolti e rimessi in circolo attraverso la vendita a prezzi calmierati e accessibili;
- persone raggiunte dai progetti a impatto sociale e di sviluppo, in Italia e all’estero;
- valore economico generato dalla vendita di abiti usati e dalle donazioni dei partner da destinare a progetti di cooperazione internazionale;
- tasso di engagement degli stakeholder coinvolti nelle attività di sensibilizzazione e di volontariato d’impresa.
Attraverso una strategia integrata e l’uso di indicatori ESG e KPI di impatto, il team CSR di Humana People to People Italia contribuisce concretamente a generare valore condiviso, costruendo un ponte tra azione ambientale, sviluppo sociale e responsabilità d’impresa.
Oggigiorno, in un mondo sempre più complesso e interconnesso, l’idea che ogni azienda possa contare solo su sé stessa è ormai superata. Le imprese del futuro – quelle che durano, innovano e creano valore – sono quelle capaci di costruire legami forti, dentro e fuori dall’organizzazione. In aggiunta, la logica ESG non è più una moda, ma un criterio guida per le scelte aziendali che rende l’azienda protagonista del cambiamento, e le alleanze strategiche sono lo strumento più potente per trasformare i buoni propositi in risultati misurabili e duraturi. Costruire partnership solide e a lungo termine è la chiave per affrontare insieme le grandi sfide del nostro tempo: la transizione ecologica, la giustizia sociale, l’equità economica[7]. Perché “da soli si può andare veloci, ma insieme si va più lontano”[8].
[1] Inneko, Differenza tra CSR e ESG: guida sintetica, 2024, <https://inneko.it/differenza-tra-csr-e-esg-guida-sintetica/#:~:text=Collaborazioni%20tra%20aziende%20e%20organizzazioni%20non%20profit%20per%20affrontare%20le%20sfide%20sociali>
[2] Bellini, M. (ultimo aggiornamento 7 gennaio 2025), “ESG: tutto quello che c’è da sapere per orientarsi su Environmental, Social, Governance”, ESG360, <https://www.esg360.it/environmental/esg-tutto-quello-che-ce-da-sapere-per-orientarsi-su-environmental-social-governance/>
[3] Gratton, P. (2023), “The Importance of Social Responsibility in Business”, Investopedia, <https://www.investopedia.com/ask/answers/041015/why-social-responsibility-important-business.asp>
[4] Intesa Sanpaolo, Rating ESG e finanza sostenibile per le imprese, ultimo aggiornamento 4 luglio 2024, <https://group.intesasanpaolo.com/it/sezione-editoriale/eventi-progetti/tutti-i-progetti/sostenibilita/2024/01/rating-esg-impresa-finanza-sostenibile#>
[5] Young, D., Beck, S.,Von Szczepanski, K. (2022), “How to Build a High-Impact Sustainability Alliance”, BCG, <https://www.bcg.com/publications/2022/how-to-build-sustainability-alliance?utm_source=chatgpt.com>
[6] Info.Hurree, The Essential Guide to KPIs, <https://info.hurree.co/kpi-essential-guide>
[7] La Repubblica, “Competitività e ESG: vince il modello di filiera”, 2024, <https://www.repubblica.it/native/economia/2024/09/27/news/competitivita_e_esg_vince_il_modello_di_filiera-423520091/?utm_source=chatgpt.com>
[8] Proverbio africano