Seta, un filo prezioso per la moda vintage
Da sempre amata dagli stilisti per la sua versatilità, la seta si rivela anche un materiale dalla straordinaria durevolezza. Ripercorriamo la sua storia e le sue qualità per capire come prendercene cura al meglio, per farla durare più a lungo possibile.
di Matteo Orsini
Nel vasto panorama dei tessuti che hanno attraversato epoche e stili, la seta si colloca di diritto al primo posto: è da sempre sinonimo di lusso, delicatezza e artigianalità. Le sue origini risalgono alla Cina imperiale, oltre 4000 anni fa. Da allora la seta ha attraversato continenti, culture e rivoluzioni stilistiche. Indossata da imperatori, regine e icone della moda, ha sempre rappresentato l’eleganza senza tempo. La sua texture morbida, la brillantezza naturale e la capacità di tingersi in tutte le colorazioni l’hanno resa il tessuto ideale per capi di alta sartoria.
La seta, un tessuto iconico di grande durevolezza
Nel mondo della moda, infatti, la seta rappresenta da sempre un materiale d’elezione: gli stilisti la scelgono ancora oggi per la sua versatilità e per la capacità di donare movimento e sensualità agli abiti. Scivola sul corpo, accarezza la pelle e valorizza qualsiasi silhouette. Dalla classica camicia in seta bianca ai sontuosi abiti da sera, passando per foulard iconici, lingerie e inserti sartoriali, la seta è un elemento immancabile nelle collezioni dei grandi nomi: Chanel, Dior, Valentino, Fendi, Hermès, solo per citarne alcuni.
Esistono diversi tipi di seta, in base al filato o alla lavorazione. I più comuni: Crêpe, Chiffon (leggera e trasparente), Georgette, Shantung con la sua texture irregolare ma elegante, Organza usata comunemente per gli abiti da sposa.
Nel mondo della moda contemporanea, questo nobile materiale dalla straordinaria durabilità, assume anche un nuovo significato: quello della sostenibilità. E in questo scenario, i negozi Humana Vintage & Humana People, nei quali la seta è protagonista della nuova collezione di maggio, si rivelano un ponte perfetto tra passato, presente e futuro.
Chi ama la moda vintage sa bene che lo stile non ha una data di scadenza. La seta ha il potere naturale di far sentire speciale chi la indossa: un foulard legato tra i capelli o attorno al collo, una camicia sinuosa con ricamo a mano, un abito fluido che danza mentre cammini. Un capo in seta non segue la moda, la attraversa.
Produzione della seta e consigli per prendersene cura
La produzione della seta, come quella di altri materiali come ad esempio il denim, può essere intensiva in termini di risorse. Essa infatti richiede ad esempio grandi quantità di foglie di gelso, la cui coltivazione estensiva può portare a deforestazione e uso eccessivo di acqua e fertilizzanti. La filatura e la tintura della seta spesso utilizzano sostanze chimiche che, se non gestite correttamente, possono contaminare acqua e suolo. Per questo motivo, scegliere capi di seconda mano diventa un atto concreto di moda sostenibile. Recuperare, riutilizzare e valorizzare un tessuto già esistente riduce il consumo di energia, acqua e materie prime.
La seta è delicata, ma come tanti altri tessuti, con la giusta cura può durare a lungo (ne abbiamo già parlato qui in riferimento alla maglia). Per esempio è necessario lavarla a mano, con detersivi delicati e privi di sostanze chimiche aggressive, preferibilmente biologici o specifici per la seta, ed asciugarla lontano dalla luce diretta; evitare l’asciugatrice ed effettuare la stiratura, se necessaria, solo a bassa temperatura. Questo non solo permette di conservarla correttamente e a lungo, ma è anche un modo per avere cura di ciò che si possiede, prolungando la vita dei nostri capi in seta e ridurre il bisogno del nuovo.
In conclusione, la seta rappresenta il connubio perfetto tra bellezza e responsabilità. Sceglierla in chiave vintage non è solo una dichiarazione di stile, ma racconta – come per gli altri tessuti – la scelta consapevole per un presente e un futuro sempre più sostenibile ed etico.
Nei negozi Humana Vintage e Humana People ogni filo di seta fa parte di una storia che continua: la nostra.