La “sicurezza alimentare” è il libero accesso dei  popoli al cibo necessario per poter condurre una vita sana. Una mente affamata non riesce a concentrarsi, un corpo affamato si lascia andare, un bambino affamato perde ogni desiderio di giocare e di studiare. 

di Federico Turchetti

Insicurezza alimentare e fame continuano ad affliggere milioni di persone, specialmente in Africa e in Asia. Decenni di costante progresso in termini di accesso adeguato al cibo per la popolazione mondiale più povera sembrano essersi interrotti nel 2014. Nei cinque anni successivi il numero di persone afflitte dalla fame è aumentato costantemente, crescendo di circa 60 milioni di unità. Inoltre, gli ultimi dati disponibili a livello globale stimano che nel 2019 quasi 690 milioni di persone fossero malnutrite[1], un numero che corrisponde all’8,9% dell’intera popolazione mondiale e in aumento rispetto all’8,6% registrato nel 2014. Questo significativo aumento può essere attribuito in buona parte ad un numero maggiore di conflitti e a eventi climatici estremi sempre più frequenti e che hanno un grande impatto soprattutto sui piccoli produttori agricoli dei Paesi in via di sviluppo.

Nel 2019 la prevalenza della malnutrizione in Africa si attestava al 19,1% (oltre 250 milioni di persone), equivalente a più del doppio della media globale. Il continente africano è quindi lontano dal raggiungere il target 2.1 dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile (OSS) n. 2 dell’Agenda 2030: “Entro il 2030, porre fine alla fame e garantire l’accesso a tutte le persone, in particolare poveri e le persone in situazioni vulnerabili, tra cui i bambini, a cibo sicuro, nutriente e sufficiente per tutto l’anno”. Se i tassi di aumento del numero di persone malnutrite che si sono visti negli ultimi anni dovessero persistere, la prevalenza della malnutrizione in Africa aumenterebbe fino al 25,7% entro il 2030. Anche se risulta difficile prevedere quali effetti la pandemia da COVID-19 avrà nel medio-lungo periodo, è probabile che si assisterà ad un aumento considerevole dei casi di malnutrizione e dei livelli di insicurezza alimentare.

In Malawi, dove Humana People to People Italia collabora da diversi anni con la consorella Development Aid from People to People (DAPP) grazie al supporto dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese, nel 2020 l’insicurezza alimentare interessava quasi 2 milioni di persone. Nonostante importanti passi in avanti siano stati compiuti, la malnutrizione nel Paese è causa del 23% dei casi di mortalità infantile e i suoi effetti costano l’equivalente del 10,3% del PIL nazionale. In questo Paese africano, che si classifica tra gli ultimi al mondo secondo lo Human Development Index (HDI), il 49% della popolazione è composto da minori (2,5 milioni di questi hanno meno di cinque anni) e il 60% dei bambini sono poveri o non hanno accesso a due o più servizi essenziali. Insicurezza alimentare e malnutrizione continuano quindi ad essere tra le maggiori problematiche affrontate dal Malawi e, secondo i dati più recenti a disposizione, il 37% dei bambini di età inferiore ai 5 anni soffre di arresto della crescita (una patologia associata con la malnutrizione cronica), solo il 61% di quelli tra i zero e cinque mesi è allattato esclusivamente al seno e il 24% di quelli tra i sei e ventitré mesi ha accesso ad una dieta adeguatamente diversificata, rimanendo  il costo medio diquesta proibitivo per una parte consistente della popolazione. Per contribuire a combattere malnutrizione e insicurezza alimentare in Malawi, Humana People to People Italia e DAPP Malawi collaborano quindi da tre anni nell’ambito del progetto SCA (Screening, Cura e Alimentazione)[2], implementato nel distretto meridionale di Machinga. Il progetto si propone di combattere la malnutrizione tramite l’assistenza a mamme e bambini, i quali vengono sottoposti a screening per una diagnosi precoce condotta da personale qualificato e volontari delle comunità di riferimento. I casi di malnutrizione identificati vengono successivamente trattati e monitorati con attenzione e tra dicembre 2020 e marzo 2021 il progetto ha avuto un impatto molto positivo sulla popolazione locale grazie al coinvolgimento e supporto di oltre 2 mila bambini e 800 donne in gravidanza e allattamento.

 La sfida è molto complessa, ma i risultati del progetto SCA nel distretto di Machinga sono davvero incoraggianti, ci danno l’energia per continuare a lavorare al raggiungimento del nostro obbiettivo: sviluppare contesti sociali e comunitari dove tutti e tutte possano vivere con dignità.

[1] Il termine “malnutrizione” si riferisce generalmente alla mancanza, eccesso o squilibrio nell’assunzione da parte di una persona di calorie sufficienti e/o di uno o più nutrienti essenziali. Il termine copre quindi due vasti gruppi di condizioni: la carenza di nutrizione adeguata (causa di arresto della crescita, deperimento, magrezza sottopeso e mancanza o insufficienza di micronutrienti essenziali) e l’eccesso di peso, obesità e malattie non trasmissibili collegate alla dieta (malattie cardiache, ictus, diabete, cancro ecc.).

[2] https://www.humanaitalia.org/progetti/sca-screening-cura-e-alimentazione/