La malnutrizione è ancora tra le principali cause di morte per i bambini sotto i 5 anni del continente africano e la globalizzazione rischia di mettere ancora più a dura prova la sicurezza alimentare di molti Paesi. Il 2022 è stato dichiarato dall’Unione Africana l’”African Nutrition Year”, a sottolineare come il tema debba necessariamente rientrare nell’agenda politica a livello globale.

di Redazione

Il 25 maggio, data in cui fu ufficialmente fondata l’Unione degli Stati Africani, si celebra l’Africa Day: una ricorrenza importante per ricordare al mondo i traguardi e le sfide che questo continente raggiunge e affronta quotidianamente. Il tema di quest’anno è quello dell’alimentazione, ed in particolare della sicurezza alimentare: un argomento centrale per molte zone dell’Africa, del quale la nostra organizzazione si è sempre occupata attraverso i propri progetti di sviluppo.

La malnutrizione, infatti, continua a essere un grave ostacolo al raggiungimento di una condizione di benessere per le popolazioni dell’Africa sub-sahariana. Le cause principali sono la povertà estrema, il costo della vita che continua a salire e la globalizzazione. Molti Paesi africani infatti sono strettamente dipendenti dalle importazioni di grano dall’Europa e non solo e la situazione politica attuale rischia di mettere ancora più a rischio le economie e gli approvvigionamenti di alcune Nazioni[1]. La malnutrizione non solo è la principale causa di morte dei bambini al di sotto dei 5 anni, ma impedisce a coloro che crescono di raggiungere il loro pieno potenziale di sviluppo, mantenendo l’intera popolazione in un costante stato di vulnerabilità[2]. Questi effetti negativi si ripercuotono ovviamente sullo sviluppo del capitale umano in generale, causando un inevitabile rallentamento dello sviluppo economico e sociale dei Paesi africani, con conseguenze inaccettabili per i suoi individui e le comunità che li compongono.

Investire nel sistema agro-alimentare locale e nel garantire la sicurezza alimentare dei bambini, dei giovani e delle donne deve diventare una priorità se si vuole che l’Africa sub-sahariana raggiunga gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.

La Federazione Humana People to People, attraverso i suoi membri, coinvolge coloro che sono colpiti da malnutrizione, focalizzandosi in primis sulle persone: ciò significa concentrarsi sulle capacità delle famiglie e delle comunità di fronteggiare il fenomeno, creando progetti che partano da loro, dalle loro esigenze quotidiane e non dal fenomeno in sé. Humana opera al fianco delle popolazioni per migliorare le loro condizioni di salute e di alimentazione e per seminare buone pratiche e abitudini; conduce programmi specifici per le donne incinte e che stanno allattando, per i bambini al di sotto dei due anni e per le giovani donne; nei gruppi di lavoro promuove corsi di cucina per una corretta alimentazione, avvia insieme alle famiglie orti domestici, fornisce consigli sulla corretta igiene alimentare. Tutto concorre all’obiettivo di equipaggiare le persone con gli strumenti e le competenze adatti per alimentare le proprie capacità di resilienza.

Tra i Paesi in cui la Federazione è maggiormente attiva con questo tipo di programmi ci sono Mozambico, Malawi (ne abbiamo parlato anche in questo post), Angola e Zambia. In quest’ultimo, ad esempio, DAPP Zambia ha portato avanti negli ultimi 4 anni il progetto “Farmers’ Club Nutrition Project”, che sviluppa un sistema di agricoltura diversificata attraverso il lavoro di  12.500 famiglie suddivise in 320 club. Il progetto coinvolge inoltre un target di donne incinta e puerpere che vengono formate sui principi di una corretta alimentazione e sul monitoraggio della salute dei propri piccoli e gli studenti di circa 50 scuole, nelle quali sono stati avviati orti di comunità.

Un altro importante progetto è “Transform Nutrition”, realizzato da ADPP Mozambico in veste di organizzazione leader insieme ad altri 4 partner locali e con il sostegno di USAID: avviato nel 2019, ha una durata di 5 anni e ha l’obiettivo di migliorare le condizioni di salute (principalmente attraverso l’alimentazione) di 118.000 donne incinte o in allattamento, di 260.000 giovani donne e di 165.000 bambini al di sotto dei due anni di età nella regione di Nampula. Diversi sono i progetti di vasta portata già realizzati dalla nostra consociata in Mozambico: tra questi c’è il progetto “Food for Knowledge”. Durato dal 2012 al 2019, ha coinvolto oltre 90.000 bambini di 271 scuole primarie della provincia di Maputo, fornendo 76 milioni di pasti e formando 25.000 persone sui principi di una corretta alimentazione; inoltre, sono stati realizzati 758 sistemi di approvvigionamento di acqua igienicamente sicura, avviati 8 orti didattici e formati 2.961 insegnanti. I dati raccolti dal Dipartimento Provinciale per l’Istruzione hanno mostrato un tasso di abbandono scolastico negli istituti coinvolti che dal 9,1% del 2012 è passato al 5,1% del 2019 per le scuole primarie dal 1° al 5° grado e dall’11,5% al 5,1% nelle classi del 6° e 7° grado (nelle scuole degli altri distretti è rimasto invece invariato).

Nel 2021 la Federazione Humana ha sostenuto, solo con i programmi dedicati all’agricoltura sostenibile e all’ambiente, 69.000 piccoli coltivatori in 14 diversi Paesi del mondo, migliorando la vita di circa 406.000 persone. La sicurezza alimentare passa sempre più dalla capacità di sostenere attività che mitighino le conseguenze del cambiamento climatico e il nostro impegno in Africa continua con sempre maggior vigore in questa direzione.


[1] https://www.nepad.org/publication/africanutritionyear-impact-of-russia-ukraine-conflict-african-food-systems

[2] https://au.int/en/theme/2022/year-nutrition