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L’industria della moda dà lavoro a decine di milioni di persone nel mondo. La maggior parte di loro, per lo più donne, guadagnano in media il 45% in meno di quanto necessario per provvedere a se stessi e alle loro famiglie. Nonostante gli orari di lavoro estenuanti, la maggior parte lotta per mettere in tavola cibo sano, vivere in alloggi adeguati, accedere all’assistenza sanitaria o persino mandare i propri figli a scuola. Gli attuali salari minimi legali nel settore, stabiliti dai governi nei paesi produttori di abbigliamento, semplicemente non sono sufficienti per vivere.

Good Clothes, Fair Pay è l’iniziativa dei cittadini europei (ECI) lanciata il 19 luglio per richiedere all’Unione Europea di implementare delle leggi affinché le aziende che vendono abbigliamento, prodotti tessili e calzature negli Stati UE garantiscano dei salari dignitosi ai lavoratori delle loro catene di approvvigionamento. I marchi e i rivenditori sarebbero legalmente tenuti a valutare i salari nelle proprie catene produttive, mettere in atto piani per colmare il divario tra salario effettivo e salario minimo e rivelare pubblicamente i propri progressi.

Questa campagna  ha bisogno di almeno un milione di firme ed è guidata da una coalizione di cittadini e supportata da ONG, tra cui anche Humana People to People Italia, responsabili politici ed esperti in materia.

L’ECI può essere firmato su www.goodclothesfairpay.eu: anche il tuo contributo è fondamentale, firma oggi!