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È ufficiale, dopo anni di sperimentazioni, il team di ricerca dell’Università di Oxford afferma di aver ottenuto un vaccino efficace al 77% nella prevenzione della malaria. Questo risultato avrà una portata davvero potente per i Paesi dove questa malattia è radicata. La Giornata mondiale contro la malaria, che si celebra ogni 25 aprile, è stata un’occasione per riflettere con rinnovata attenzione sulle sfide tutt’ora poste da questa malattia infettiva e sull’enorme impatto che continua ad avere sulle vite di centinaia di milioni di persone (leggi l’articolo sul nostro blog). Alla luce del contesto storico che stiamo vivendo, non ci è più permesso sottovalutare l’impatto che le malattie infettive hanno anche sulle dinamiche sociali, culturali ed economiche dei Paesi che colpiscono.

La complessità di creare un vaccino realmente efficace contro la malaria è data dal fatto che vi sono migliaia di antigeni nella malaria ed è quindi necessaria una riposta immunitaria molto alta, a differenza per esempio del Covid-19 che contiene solo una dozzina di antigeni. La sperimentazione di un vaccino del genere è quindi una sfida molto tecnica e tutti quelli provati fino ad oggi non hanno soddisfatto i requisiti d’efficacia richiesti. Ma i risultati ottenuti da quest’ultimo cambiano le carte in tavola: il nuovo vaccino è stato sperimentato con un’efficacia del 77% nel gruppo a dose più alta e il 71% d’efficacia sul gruppo di dose più bassa.

Questi numeri riaccendono la speranza e confermano il lavoro fatto negli anni sia dai centri di ricerca che dagli operatori sul campo per combattere questa malattia. Anche noi di Humana People to People operiamo in prima linea nei Paesi maggiormente colpiti come il Mozambico, il Malawi e l’India, dando supporto alle popolazioni locali nella prevenzione e gestione di questa malattia. L’obiettivo dei programmi di contrasto alla malaria è far sì che le comunità locali adottino sistemi di prevenzione efficaci, che i casi di malaria vengano diagnosticati tempestivamente e che le persone accedano altrettanto velocemente a cure adeguate. Le attività di sorveglianza rivestono un ruolo fondamentale, poiché servono a identificare le aree e i gruppi di popolazione dove la prevalenza della malattia è più alta. Alcuni dei progetti si sono concentrati sulla mobilitazione di bambini e insegnanti all’interno delle comunità, tramite altri sono state fatte delle campagne di prevenzione basate su visite a domicilio.

Gli obiettivi che la comunità internazionale si è posta nella lotta alla malaria, alla luce di questo nuovo vaccino, sono sempre più raggiungibili e continueranno a vedere tutti i membri della Federazione Humana People to People in prima linea al fianco delle comunità più colpite.

Lasciamo il link al Global Malaria Programme Reports per ulteriori approfondimenti:

https://www.who.int/teams/global-malaria-programme/reports/world-malaria-report-2020#:~:text=The%202020%20edition%20of%20the,and%207.6%20million%20deaths%20averted

“Rimane una tragica diseguaglianza nella distribuzione globale dei vaccini”, ha dichiarato il capo dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus.

I vaccini COVID-19 impediranno alle persone di morire, impediranno l’emergere di nuove varianti, riaccenderanno le economie ponendo fine alla pandemia. Stiamo vivendo una crisi collettiva e questa necessita di una risposta collettiva. Potremmo dirci davvero fuori e al sicuro dal COVID-19 solo quando tutta la popolazione mondiale sarà vaccinata. Per far si che questo avvenga è evidente che I governi, gli scienziati e le aziende farmaceutiche di tutto il mondo debbano cooperare e unire le risorse per garantire che nessuno sia lasciato indietro.

Attualmente 1 persona su 4 nei Paesi ad alto reddito ha ricevuto un vaccino contro il coronavirus, rispetto all’1 su 500 nei Paesi a basso reddito, questo è ciò che emerge dai dati che tracciano le vaccinazioni somministrate per Paese:  https://ourworldindata.org/covid-vaccinations

Noi come Humana People to People, aderendo al movimento People’s Vaccine Alliance, chiediamo che i brevetti siano sospesi così che la conoscenza tecnologica possa essere condivisa liberamente e apertamente. In questo modo sarà possibile per tutti i paesi garantire ai loro cittadini trattamenti e attrezzature adeguate per combattere il COVID-19.

Unisciti a noi e partecipa attivamente alla campagna, firma la petizione che chiede di mettere la salute pubblica davanti alle logiche del profitto dei privati.

Questa situazione  ci ricorda come le diseguaglianze socio economiche abbiano un impatto su tutti noi. In questo caso le dinamiche economiche che sottostanno alla compravendita dei vaccini anti COVID-19 tra governi e case farmaceutiche sta danneggiando tutti.  Stiamo andando incontro ad una crisi economica globale mai vista. E noi non ce la sentiamo di restare seduti a guardare.

Alziamoci e facciamoci sentire.

firma la petizione!  https://secure.avaaz.org/campaign/en/peoples_vaccine_2021_loc/

Contro l’epidemia Coronavirus, la cooperazione internazionale supera i vecchi schemi e diventa orizzontale. La Cina, che nelle sue aree più povere ospita numerosi programmi di cooperazione internazionale europei, diventa attore di cooperazione verso l’Italia per la lotta al nuovo Coronavirus.

Il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha detto all’agenzia Xinhua che “il virus non conosce confini ed è un nemico comune di tutta l’umanità”.
“L’Italia” ha dichiarato Wang “ci ha aiutato nelle fasi più dure di lotta al virus e ora il popolo cinese vuole stare saldamente al fianco di quello italiano”. Nelle ultime due settimane le videoconferenze tra medici cinesi ed italiani sono state frequenti, entro questo fine settimana la Cina invierà in Italia 5 medici specializzati nella lotta al virus, un membro della Croce Rossa di Pechino, un esperto di prevenzione, 1.000 respiratori e altre attrezzature mediche. Agli aiuti offerti dal Governo cinese per gli italiani, si aggiungeranno quelli dell’amministrazione della Provincia dello Zhejiang per i 300.000 cinesi emigrati in Italia, che riceveranno equipaggiamenti per la prevenzione come guanti in lattice e mascherine.

HUMANA People to People, presente in Cina da 10 anni, è uno degli enti di cooperazione internazionale più attivo nelle aree povere del paese asiatico. A lato di programmi per il reinserimento scolastico e lo sviluppo agricolo, HUMANA è impegnata anche nella lotta contro le epidemie. Li Jiancai, project manager di HUMANA nella provincia dello Yunnan, ha spiegato che la chiave del successo di questi programmi, oltre la lunga esperienza nella lotta alle epidemie sviluppata in Africa, è la sinergia con la società civile e soprattutto con le Federazioni di donne locali. Nei programmi contro HIV e Tubercolosi applicati da HUMANA in Cina tutti gli “ufficiali di campo” assunti sono donne, e questa è una grande sfida culturale in aree dove prevale una visione tradizionalista del ruolo della donna, che tende a essere timida e ritirata.