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La modifica della Convenzione di Basilea frenerebbe la circolarità dei prodotti tessili

13/05/2024

Danimarca, Francia e Svezia esortano la Commissione europea a sottoporre i rifiuti tessili a meccanismi di controllo più severi rispetto all’attuale Convenzione di Basilea: i dubbi di EuRIC su questa proposta.

In una dichiarazione pubblicata di recente, i governi di Danimarca, Francia e Svezia esortano la Commissione europea a sottoporre i rifiuti tessili a meccanismi di controllo più severi rispetto all’attuale Convenzione di Basilea, ma EuRIC Textiles (branca dedicata al riuso e riciclo tessile della Confederazione Europea delle Industrie di Riciclo) ha forti dubbi su questo approccio:

  • L’assoggettamento di tutti i rifiuti tessili ai meccanismi di controllo della Convenzione di Basilea metterebbe fine a tutti gli sforzi in termini di economia circolare del settore, rischiando che i tessuti riutilizzabili e riciclabili vengano invece inceneriti o destinati alle discariche.
  • Sottoporre i rifiuti tessili non pericolosi (risorse atte a creare un mercato interno per il riutilizzo e il riciclo in Europa) all’obbligo di notifica e autorizzazione preventiva per iscritto per le spedizioni, impone un notevole onere amministrativo che ostacola potenzialmente anche la futura scalabilità e l’innovazione, in quanto non tutti gli Stati membri dell’Unione Europea sono in grado di selezionare o riciclare i rifiuti tessili a livello nazionale; il trasporto di tali rifiuti dai punti di raccolta agli impianti di selezione o dalla selezione agli impianti di riciclo diventa quindi fondamentale.

Il problema che richiede una attenzione particolare è quello relativo alle spedizioni di rifiuti tessili camuffati da abiti usati e spediti al di fuori dei controlli del regime dei rifiuti, la modifica dei codici della Convenzione di Basilea non porrà fine a questa terribile pratica. Per garantire che solo i prodotti tessili di seconda mano, e non i rifiuti tessili, vengano inviati al di fuori del regime dei rifiuti, è estremamente importante disporre di un processo di selezione dettagliato prima di qualsiasi invio al di fuori dell’Europa. EuRIC Textiles sostiene fortemente la definizione di criteri di selezione che assicurino l’invio, al di fuori del regime dei rifiuti, solo degli articoli che possono essere effettivamente riutilizzati e che corrispondono ai requisiti della destinazione finale.

La dichiarazione di Francia, Danimarca e Svezia sottolinea che “nel 2019, 1,7 milioni di tonnellate di [rifiuti] tessili sono stati esportati al di fuori dell’UE“, ma omette che questo numero in realtà non distingue tra spedizioni di abiti usati di alta qualità e rifiuti tessili, infatti attualmente non esiste una distinzione tra rifiuti tessili e prodotti tessili usati nelle classificazioni dei prodotti dell’UE utilizzate per le dichiarazioni di esportazione e le dichiarazioni statistiche per il commercio.

EuRIC Textiles esorta gli Stati Membri e la Commissione Europea a non modificare i codici della Convenzione di Basilea, le cui conseguenze porterebbero a un blocco degli sforzi in termini di economia circolare da parte dell’industria europea del riutilizzo e del riciclo dei tessuti, aumentando gli oneri amministrativi e senza risolvere il problema di fondo.

Leggi qui il comunicato stampa